martedì, ottobre 17, 2006

Gli Antichi Mestieri Cavesi - L'arte della ceramica-

Con questo post nasce un percorso attraverso il quale andremo alla scoperta degli antichi mestieri e delle arti di Cava de' Tirreni. La prima puntata è dedicata all'antica arte ceramica da sempre presente sul nostro territorio ed oggi grazie alla sua forte valorizzazione a livello europeo si impone come caratteristica distintiva della nostra città. Cava de' Tirreni è tra i 33 comuni italiani facente parte della Associazione Italiana Città della Ceramica (AICC)




NOTE STORICHE
Nei Secoli XV e XVI, mentre per l’industria del cotto si distinsero gli abitanti del Cilento, dove abbondavano i giacimenti di creta grossolana per la fabbricazione di tegole e mattoni, i cavesi emersero, specialmente a mezzo di quelli di Vietri, con l’arte della ceramica (va ricordato che all’epoca Vietri faceva parte del comprensorio cavese). Antica, però, fu l’arte della creta a Cava; Gli etruschi,fondatori di Marcina, erano soprattutto dei cretaioli, ad essi si dovrebbe rapportare l’origine dell’arte della creta nella valle Metelliana. E’ da supporre che i vietresi già dediti all’arte della creta, avessero appreso direttamente dai cretaioli dell’isola di Maiorca nel Mediterraneo occidentale l’arte della maiolica. La ceramica prese il nome di maiolica appunto da quell’isola, perché ivi sorse l’uso di rivestire i manufatti di creta con una patina impermeabile, incorruttibile e variamente colorata. I vietresi appresero a maiolicare anche i loro manufatti di creta quando, imbarcati sulle navi della Badia dei Benedettini (che nella baia di Vietri avevano il loro porto naturale) ebbero, dopo il 1000,continui contatti con quell’isola spagnola. Nel secolo XVI l’arte della creta fu perfezionata mediante l’uso del tornio e l’impiego di molti colori.Venne scoperto l’uso della vernice a smalto di stagno che fece rinomate le maioliche di Faenza, sì da far chiamare faenze tutte le maioliche, anche di altri siti, e faenzere le fabbriche di ceramica. I ceramisti vietresi producevano anche oggetti cosiddetti siciliani (vasi per alici, vasi da notte, piatti ed altri utensili) e la produzione di tali oggetti d’arte si era mantenuta segreta fino al nostro secolo tanto che non è stato più possibile individuare gli ingredienti con i quali i passati ceramisti erano riusciti a creare piastrelle ed altri manufatti che erano dei veri capolavori. Nella chiesa di S. Michele ad Anacapri vi è un famoso pavimento raffigurane il Paradiso terrestre, fabbricato a Vietri nel 1619; Nella sua colorazione spicca quel giallo, chiamato per l’appunto vietrese, che i moderni si sforzano di imitare. Un forte impulso alla rinascita dell’arte della ceramica artistica a Vietri è stato dato da Irene Kowaliska che è stata, a cavallo tra gli anni 20 e 30,un’antesignana della rinascita dell’arte della ceramica artistica a Vietri al tempo che è stato designato come “Periodo Tedesco”. Attualmente la ceramica vietrese e con essa quella di Cava che ne rivendica le comuni radici sono tra le più rinomate e ricercate a livello mondiale. La perfezione dei manufatti, i caratteristici colori e l’originalità dei singoli pezzi le rendono uniche ed ineguagliabili.

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