Connessa con l’industria dell’agricoltura e con l’arte marinara, sorse e si sviluppò nella vallata cavese l’industria dello spago, i cui prodotti servivano particolarmente ai marinai sia per la confezione delle reti da pesca, sia per le sartie delle navi. Anch’essa deve ritenersi antica quanto l’arte della navigazione. I cavesi dell’entroterra, dediti alla pastorizia ed all’agricoltura, dovettero, per necessità, imparare l’arte di preparare gli spaghi e le funi per i cavesi delle marine, cioè per i cetaresi e raitesi. Si racconta che nel 1400-1500 si stabilì a S. Lucia di Cava un tessitore, proveniente forse da Prato che con un aspio portato dalla sua città d’origine, cominciò a filare la canapa e a fare la corda in questa zona.
Così sorse il sistema tradizionale della torcitura degli spaghi... Su di una striscia di terra di metri tre per cinquanta ogni famiglia contadina impiantò il suo “ filaturo “, consistente in due impianti sistemati ad ognuno degli estremi della striscia di terreno. In uno si faceva girare una ruota che fungeva da motrice per dei piccoli rocchetti montati su di un legno a forma di croce da cui si dipanavano per tutta la lunghezza del filatoio i capi di spago che andavano ad unirsi in un punto fisso all’altro impianto (costituito da una “caldarella “ da muratore al quale era legato un ago piegato da cui partiva l’intreccio vero e proprio). Per controllare il regolare attorcigliamento i fili di spago erano fatti passare tra i buchi di un piccolo blocco di legno chiamato “ pigna “ , questo blocco veniva fatto avanzare lentamente verso la ruota. La lavorazione di S. Lucia era conosciuta sino al 1960 su tutti i mercati nazionali, e pure internazionali, giacchè era una lavorazione specializzata.Con il tramonto della canapa nel 1960 la lavorazione si è andata trasformando da manuale ad industriale. Nel giardino della famiglia Lambiase ove in passato trovavano lavoro 26 famiglie, attualmente girano solo due ruote. In S. Lucia ha assunto rilevanza nazionale l’industria dello spago della famiglia Lamberti, attrezzata con macchinari modernissimi ed all’avanguardia capaci di produrre più di 1000 chilogrammi al giorno di corde, non più di canapa ma di nylon ed altre fibre sintetiche.
Così sorse il sistema tradizionale della torcitura degli spaghi... Su di una striscia di terra di metri tre per cinquanta ogni famiglia contadina impiantò il suo “ filaturo “, consistente in due impianti sistemati ad ognuno degli estremi della striscia di terreno. In uno si faceva girare una ruota che fungeva da motrice per dei piccoli rocchetti montati su di un legno a forma di croce da cui si dipanavano per tutta la lunghezza del filatoio i capi di spago che andavano ad unirsi in un punto fisso all’altro impianto (costituito da una “caldarella “ da muratore al quale era legato un ago piegato da cui partiva l’intreccio vero e proprio). Per controllare il regolare attorcigliamento i fili di spago erano fatti passare tra i buchi di un piccolo blocco di legno chiamato “ pigna “ , questo blocco veniva fatto avanzare lentamente verso la ruota. La lavorazione di S. Lucia era conosciuta sino al 1960 su tutti i mercati nazionali, e pure internazionali, giacchè era una lavorazione specializzata.Con il tramonto della canapa nel 1960 la lavorazione si è andata trasformando da manuale ad industriale. Nel giardino della famiglia Lambiase ove in passato trovavano lavoro 26 famiglie, attualmente girano solo due ruote. In S. Lucia ha assunto rilevanza nazionale l’industria dello spago della famiglia Lamberti, attrezzata con macchinari modernissimi ed all’avanguardia capaci di produrre più di 1000 chilogrammi al giorno di corde, non più di canapa ma di nylon ed altre fibre sintetiche.
2 commenti:
Caro Giovanni mi complimento per i tuoi articoli sugli antichi mestieri. Spero che presto parlerai dell'arte tessile. Se non ci hai pensato mi permetto di suggerirti questo settore che e' stato uno dei punti di forza dell'economia cavese fino a quando non e' stato chiuso l'opificio Siani di Passiano.
Cosa dire? Un altro pezzo dell'economia cittadina che e' scomparso nel tempo.
Complimenti ancora.
Ultimo
Grazie UltimoMontefinestra per i complimenti. Il discorso del tessile è la ciliegina sulla torta o meglio il torto più grande che abbiamo ricevuto dai nostri vicini che con una spietata concorrenza industriale hanno causato la scomparsa di uno dei più antichi mestieri di Cava. Mi sto documentando le mie ricerche sono quasi complete quindi a breve troverai il post.
A presto
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