Di nuovo Vittorio Pozzo, di nuovo Italia. A Parigi, Stade Olympique de Colombes, gli azzurri battono 4-2 la fortissima Ungheria e salgono sul tetto del mondo per il secondo anno consecutivo. Il valore della nazionale è dunque un dato oggettivo, confermato dall'oro olimpico guadagnato a Berlino nel 1936. Sparisce, insomma, ogni dubbio sulla vittoria nella precedente edizione (giocata in casa e sotto un regime).In finale vanno due delle quattro formazioni che fanno la storia del calcio di quegli anni. Le altre sono l'Austria di Matias Sindelar e la Spagna di Ricardo Zamora. Che però in Francia non ci sono.La Storia sta infatti allungando le sue ombre sui destini del mondo. Dal 1936, la Spagna è tagliata in due dalla Guerra Civile, e l'idea di formare una nazionale per i mondiali del 1938 è semplicemente impraticabile. Il pubblico del calcio perde dunque l'occasione per godere di nuovo - l'ha fatto nel 1934 - delle prodezze di Ricardo Zamora, una leggenda tra i pali. Zamora, per dirla in due parole, è quello che ha inventato il ruolo del portiere moderno, che smette di essere soltanto quello meno capace di usare i piedi per diventare un giocatore con caratteristiche e attitudini ben definite.Altra stella che manca all'appello è Sindelar, che gli austriaci chiamano Papierene (cartavelina). E' magro e minuto, ma inventa calcio con la genialità di un Amadeus (altro soprannome: il Mozart del pallone). Non c'è perché nel 1938 sparisce l'Austria. Non la nazionale: l'intera nazione. E' quello, infatti, l'anno dell'anschluss, l'annessione del Paese alla Germania nazista. Che, non paga della politica, prende sette giocatori della nazionale austriaca e li arruola in quella tedesca. Chi non l'avrebbe fatto, dopotutto? L'Austria di allora è il Wunderteam del momento, gioca il calcio migliore. Peccato che Sindelar si rifiuti di far parte della squadra del Terzo Reich, alla quale l'innesto austriaco porta ben poco giovamento. Nella partita inaugurale del torneo, contro la Svizzera, i tedeschi pareggiano 1-1 dopo i supplementari. Allora i rigori non esistevano, e si ripeteva la partita. Cinque giorni dopo, è 4-2 per gli elvetici. Tedeschi a casa.I mondiali di Francia si giocano dal 4 al 19 giugno. Da ricordare che tra gli azzurri c'e ancora Peppino Meazza, ma che accanto a lui gioca un certo Silvio Piola. Compare così una categoria che segnerà la semantica calcistica italiana, quella della coppia d'attacco. Tra tutte, menzione d'onore per una tra le più longeve: i gemelli del gol della Sampdoria, Vialli-Mancini.
OTTAVI DI FINALE
05/06/1938 ITALIA - NORVEGIA 2 - 1 dts
2’ Ferraris II (I), 83’ Brustad (N),
94’ Piola (I)
QUARTI DI FINALE
12/06/1938 ITALIA - FRANCIA 3 - 1
9’ Colaussi (I), 10’ Heisserer (F),
52’ e 72’ Piola (I)
SEMIFINALI
16/06/1938 ITALIA - BRASILE 2 - 1
55’ Colaussi (I), 60’ Meazza (I) rig., Romeu (B)
Finalissima
19 / 06 / 1938
ITALIA - UNGHERIA 4 - 2 ITALIA:
Olivieri; Foni, Rava, Serantoni, Andreolo, Locatelli, Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colaussi
Allenatore: Pozzo
UNGHERIA:
Szabo; Polger, Biro, Szalay, Szucs, Lazar; Sas, Vincze, Sarosi, Szengeller, Titkos
Allenatore: Schaffer
Reti: 6' Colaussi (ITA), 8' Titkos (UNG), 16' Piola (ITA),
35' Colaussi (ITA), 70' Sarosi (UNG), 82' Piola (ITA)
Arbitro: Capdeville (Francia)
Stade Olympique de Colombes, Parigi
Spettatori: 60.000
Campione del mondo: ITALIA
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