mercoledì, luglio 26, 2006
sabato, luglio 22, 2006
Cava nelle notti d'estate
....e per la serie amici fantasmi.....
giovedì, luglio 20, 2006
....60 ANNI DI VESPA
Erano gli anni duri della ricostruzione. La guerra aveva lasciato macerie e miseria. I magnifici aeroplani che la piaggio fabbricava prima del conflitto, non servivano più. Gli italiani avevano bisogno di muoversi, ma l'automobile costava troppo e la motocicletta non era abbastanza pratica. Fu così che, grazie al desiderio di innovazione di Enrico Piaggio, Corradino d’Ascanio, ingegnere aeronautico, "inventò" la vespa.. Fu da subito uno dei più grandi fenomeni dell’industria motoristica mondiale, che non ha eguali nel settore dei veicoli a due ruote, in assoluto rappresenta una delle più geniali intuizioni ingegneristiche della storia. La Vespa, un prodigio italiano, simbolo indelebile della motorizzazione di massa e della volontà di rinascita di un popolo. Non era né una motocicletta, né un’automobile, ma piuttosto l’una e l’altra assieme. Emblema della famiglia, del lavoro, dei primi week end fuori porta col cestino del pic nic. Immagine dell’ottimismo, timida ostentazione di benessere, testimone d’amore per intere generazioni di fidanzati.Lo scooter è un termine antico che significa monopattino. Fin dagli anni venti vi furono esempi di monopattino a motore, ma la vespa era una cosa completamente diversa. Non era nemmeno una motocicletta, perchè il conducente non si poneva a cavalcioni del telaio, ma si sedeva su di esso. Semplicità, leggerezza, funzionalità, erano le sue basi, concepite da una mente geniale, in aperta concorrenza con l’automobile.Vespa è diventata così nel mondo, sinonimo di scooter, un’automobile a due ruote, facile da guidare, più economica di un’auto e nello stesso tempo, diversa dalla classica moto, se non altro per il tipo di telaio, a carrozzeria, che permetteva la guida senza doversi necessariamente sporcare gli abiti, come sulle moto di allora.Nasce da un’azienda, la piaggio, che dopo il 2° conflitto mondiale, cercava, come altre aziende, di convertire gli impianti, per produrre qualcosa di nuovo. Prima della guerra, infatti,
Il resto della storia è non ha bisogno di essere raccontato, perchè lo abbiamo ancora oggi sotto i nostri occhi e nel nostro cuore...
Sono passati ormai 60 anni da quando la prima Vespa varcò la soglia di uscita dello stabilimento di Pontedera e da allora la Vespa fà storia. Ogni giorno ne vediamo a centinaia passarne , se siamo fortunati ne guidiamo una.Non lasciamola arrugginire nella cantina, fatela uscire; guarderà a testa alta quei frullatori di plastica che chiamano scooter con la sua imponenza , la sua non curanza del tempo.
CELEBRIAMO UN PEZZO IMPORTANTE DELLA NOSTRA ITALIANITA'
venerdì, luglio 14, 2006
Miglioriamo CAVA. Vai con il sondaggio
giovedì, luglio 13, 2006
mercoledì, luglio 12, 2006
E' nato il logo di cavaisthecity
A distanza di circa 4 mesi dal primo post nasce oggi il logo di cavaisthecity; questo evento non capita a caso ma in un momento in cui il blog sembra rinascere, infatti solo poche settimane fà i visitatori erano calati vertiginosamente e si prospettava una chiusura di Cavaisthecity,poi grazie a voi, miei visitatori le visite sono aumentate giorno dopo giorno. Il logo è formato da un girasole nel cui centro sono raffigurate delle icone della nostra città , i portici , la Cavese , lo stemma comunale , e le torri.La scelta del girasole, perchè?E' un fiore dalle origini antiche elogiato da innumerevoli poeti e scrittori, è tema ricorrente nelle opere di Van Gogh e di altri famosissimi pittori; caratteristiche che rispecchiano la nostra città presente in poesie , racconti e quadri sparsi in tutto il mondo, ed inoltre il girasole comunica l'allegria e l'orgoglio del nostro popolo. Nelle immagini dei portici, delle torri, del nostro stemma e della nostra Cavese è racchiusa la nostra storia, ed ogni cavese deve essere fiero di esserlo e deve preservare questi simboli per salvaguardare le proprie radici.
lunedì, luglio 10, 2006
domenica, luglio 09, 2006
FORZA RAGAZZI
Ed infine il 1982, di nuovo campioni del mondo
Quel triplice «Campioni del mondo!» suggella un mese che non fu solo calcio, ma Storia. Perché la vittoria italiana nel mondiale di Spagna segna una parentesi di gioia pura e tersa in un anno, il 1982, horribilis sia da noi che nel resto del pianeta. I milioni di persone in festa nelle piazze di tutta Italia - bagni nelle fontane, cortei spontanei a bloccare il traffico, clacson afoni per il troppo suonare - liberano una felicità repressa sotto la cappa del piombo che da quindici anni segna la vita del Paese.
Anche la Spagna vuole liberarsi da una cappa, quella del franchismo. Il caudillo è morto da 7 anni, ora alla guida della nazione c'è Juan Carlos di Borbone e l'obiettivo è imboccare la strada del progresso e della democrazia. Il torneo è al contempo occasione e vetrina. Le «furie rosse» (cioè la nazionale spagnola), innervate di giocatori provenienti da «squadrette» come Real Madrid e Barcellona, puntano alla vittoria. Ma non andranno oltre il secondo girone, fermandosi alla soglia delle semifinali.
A segnare quel mondiale sono altri nomi. Sotto il profilo del gioco, è una delle edizioni migliori. Basta scorrere alcuni dei nomi di chi va in campo: Maradona (Argentina); Zico, Falçao, Socrates, Junior (Brasile); Rummenigge, Briegel, Müller (Germania Ovest); Platini (Francia); Boniek (Polonia); Prohaska, Schakner (Austria). Non sono nomi fatti a caso. Ciascuno di loro giocherà poi nel campionato italiano, che proprio dall'82, con l'arrivo di molti degli stranieri visti all'opera in Spagna, diventerà il torneo «più bello del mondo».
La grande favorita è il Brasile. Vince tutte le partite del suo girone battendo Urss, Scozia e Nuova Zelanda. Segna 8 gol e se subisce solo due. Gioca danzando samba. Arriva al secondo girone e ha davanti l'Argentina di Maradona, in ripresa dopo la sconfitta nella partita iniziale contro il Belgio, e la pallidissima Italia di Enzo Bearzot.
Il primo girone, per gli azzurri, è da dimenticare: tre pareggi, con Polonia, Perù e Camerun. Per quest'ultimo si avanzano ipotesi di combine. La nazionale è inguardabile. Paolo Rossi, la promessa dei mondiali argentini, è un fantasma. I giornalisti si scatenano, e tra i loro pezzi serpeggia l'idea di un'amicizia molto profonda tra Cabrini e quello che diventerà poi Pablito. I giocatori entrano in silenzio stampa. Giusto per dare la misura della situazione: un giorno, a Vigo (sede delle prime tre partite), Marco Tardelli entra in un bar e vi incontra il principe delle penne di sport, Gianni Brera. Il suo commento è: «Che puzza di m...».
Tutto cambia quando l'Italia comincia il secondo girone. Il pronostico la dà per spacciata. Pure, batte 2-1 l'Argentina. Poi, il 5 luglio, affronta al Sarrià di Barcellona il Brasile, comincia la leggenda che tutti sanno. Tripletta di Rossi, Zoff che para sulla linea un colpo di testa all'ultimo minuto. 3-2, Brasile a casa e Italia campione del mondo.
Non è un errore. L'Italia i mondiali li vince quel giorno. Aver battuto i favoriti dà la certezza a tutti che la strada è spianata, che non ci sarà Polonia (semifinale) o Germania Ovest (finale) che tenga. Paolo Rossi si scatena: doppietta contro Boniek e compagni, e primo gol in finale. Sarà capocannoniere del torneo con 6 reti, e alla fine dell'anno si meriterà il Pallone d'Oro.L'11 luglio 1982, battendo 3-1 i tedeschi occidentali siamo campioni del mondo. Il paese scende in piazza. Ogni frammento di quella finale è storia. Tra tutti, l'urlo di Tardelli dopo il suo meraviglioso gol ai tedeschi. A me piace ricordarne due: Pertini che, al terzo gol, si gira verso la tribuna d'onore e dice «non ci prendono più»; Mick Jagger che a Torino, davanti ad 80mila spettatori assiepati al Comunale per il concerto dei Rolling Stones, sale sul palco con la maglietta dell'Italia.
sabato, luglio 08, 2006
Storia dei modiali-FRANCIA 1938
OTTAVI DI FINALE
05/06/1938 ITALIA - NORVEGIA 2 - 1 dts
2’ Ferraris II (I), 83’ Brustad (N),
94’ Piola (I)
QUARTI DI FINALE
12/06/1938 ITALIA - FRANCIA 3 - 1
9’ Colaussi (I), 10’ Heisserer (F),
52’ e 72’ Piola (I)
SEMIFINALI
16/06/1938 ITALIA - BRASILE 2 - 155’ Colaussi (I), 60’ Meazza (I) rig., Romeu (B)
Finalissima
19 / 06 / 1938
ITALIA - UNGHERIA 4 - 2
ITALIA:
Olivieri; Foni, Rava, Serantoni, Andreolo, Locatelli, Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colaussi
Allenatore: Pozzo
UNGHERIA:
Szabo; Polger, Biro, Szalay, Szucs, Lazar; Sas, Vincze, Sarosi, Szengeller, Titkos
Allenatore: Schaffer
Reti: 6' Colaussi (ITA), 8' Titkos (UNG), 16' Piola (ITA),
35' Colaussi (ITA), 70' Sarosi (UNG), 82' Piola (ITA)
Arbitro: Capdeville (Francia)
Stade Olympique de Colombes, Parigi
Spettatori: 60.000
Campione del mondo: ITALIA
giovedì, luglio 06, 2006
Storia dei mondiali-Le vittorie dell'Italia 1934
Siamo nel 1934, in pieno regime fascista. Si sa che il totalitarismo ama le masse, e i mondiali di quattro anni prima hanno dimostrato quanto le folle amino il football. Mussolini lo intuisce, e in piena logica da «panem et circenses» - a lui cara, visto quanto pregno di Roma e di Impero è il suo ideale di governo - vara una serie di riforme che portano il calcio ad essere lo sport nazionale.
Dal 1929, infatti, vige in Italia il campionato a girone unico (prima ci si affrontata in scontri diretti, con tanto di finale scudetto). E sempre dal 1929 si cominciano a costruire quegli stadi che, almeno fino al 1990 (anno dell'altro mondiale italiano, di cui diremo), tuttora frequentiamo. Si tratta di San Siro (Milano), che nasce grazie al mecenatismo di Piero Pirelli; del Comunale di Firenze, progettato da Pierluigi Nervi; dello stadio del Partito Nazionale Fascista, poi ribattezzato Flaminio, di Roma; di quelli di Torino, Bologna, Napoli e Genova. Degli stadi, insomma, in cui si giocheranno i mondiali, fortemente voluti dal regime per dare all'Italia una vetrina internazionaleDai francobolli ai pacchetti di sigarette, tutto in Italia parla di calcio a ridosso dell'evento. Che viene supportato in ogni modo: sgravi fiscali per gli investimenti dedicati (un anticipo di quelle defiscalizzazioni di cui si parla tanto quando si tratta l'argomento del sostegno economico alla cultura), lotterie, comunicazione.
Su quest'ultimo punto, si sperimenta con successo la forza della radio. L'Eiar (ente radiofonico nazionale) copre l'evento con radiocronache in quattro lingue e trasmissioni in nove paesi. Anche qui, un assaggio del villaggio globale che caratterizza oggi i mondiali mediatici.Il Mondiale si gioca dal 27 maggio al 10 giugno. Si riconferma la regola di 4 anni prima: il Paese che ospita, vince. L'Italia, guidata dal commissario tecnico Vittorio Pozzo, è campione del mondo. La finale si gioca a Roma: Italia-Cecoslovacchia 2-1 (ai supplementari). Tra gli azzurri gioca un certo Giuseppe Meazza.
Il cammino della nazionale
Ottavi
27/05/1934 ITALIA - STATI UNITI 7 - 1
18’ Schiavio (I), 20’ Orsi (I), 29’ Schiavio(I), 57’ Donelli (S), 63’ Ferrari (I),
64’ Schiavio (I), 69’ Orsi (I), 90’ Meazza (I)
Quarti
31/05/1934 ITALIA - SPAGNA 1 - 1 dts
29’ Regueiro (S), 44’ Ferrari (I)
01/06/1934 ITALIA - SPAGNA 1 - 0 rip
11’ Meazza
Semifinale
03/06/1934 ITALIA – AUSTRIA 1 - 0
21’ Guaita
10 / 06 / 1934 FINALE
ITALIA - CECOSLOVACCHIA 2 -1 dts
ITALIA: Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferraris IV, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi
Allenatore: Pozzo
Planicka, Zenisek, Ctyroki, Kostalek, Cambal, Krcil, Junek, Svoboda, Sobotka, Nejedly, Puc
Allenatore: Petru
Reti: 71' Puc (CEC), 81' Orsi (ITA), 95' Schiavio (ITA)
Arbitro: Eklind (Svezia)
Stadio del Partito Nazionale Fascista, Roma
Spettatori: 45.000
Campione del mondo: ITALIA
mercoledì, luglio 05, 2006
FIERI DI ESSERE ITALIANI
Vi abbiamo fatto divertire fino ai supplementari per non farvi fare una brutta figura davanti ai vostri simili krukki poi due gol negli ultimi due minuti dei tempi supplementari segnati da Fabio Grosso e Alessandro del Piero vi hanno elimanato dal Mondiale e hanno spinto in finale l'Italia, detto tra noi "vemm schiattat a cap".
FORZA AZZURRI METTIAMO LA QUARTA STELLA SULLA MAGLIA
lunedì, luglio 03, 2006
JUMP AND SHAKE THE WORLD
Ricordate qualche mese fà la pubblicità della SWATCH, in cui persone di tutto il mondo si preparavano per cimentarsi in un salto collettivo al fine di scuotere il nostro pianeta, e l'unico effetto era quello di rompere le "sfere" ad un povero asiatico nel suo giardino zen ,bene ; il mega salto che vedrà verosimilmente impegnate 600.000.000 di persone si terrà veramente il 20 luglio 2006 alle 12:39:13(ora Italiana). Secondo alcuni studiosi l'impatto sarà tale da modificare l'orbita terrestre il che apporterà benefici apprezzabili sul clima(ho i miei dubbi). Se volete ulteriori informazioni vi invito a visitare il sito :
http://www.worldjumpday.org/
In una sezione vi vorranno rifilare le t-shirt celebrative del jump day. Sarà tutta una trovata pubblicitaria??