L’archeologia industriale è il campo di studi storici che analizza le testimonianze sul territorio e i resti materiali collegati al processo di industrializzazione: opifici, magazzini, doks, impianti minerari, ponti e ferrovie, macchine e meccanismi, villaggi e case operaie.
L’interesse per l’archeologia industriale nasce in Gran Bretagna negli anni Cinquanta dall’urgenza storiografica di conoscere e organizzare cronologicamente e concettualmente la rivoluzione industriale del XVIII sec. e dal bisogno di tutelare le tracce di un passato che la rapida riconversione produttiva e l’intensa urbanizzazione del dopoguerra rischiavano di cancellare. L’archeologia industriale ha inoltre lo scopo di mettere in evidenza l’evoluzione dell’architettura in funzione delle esigenze del luogo di lavoro e dell’organizzazione della produzione, che nel corso dei secc. XVIII e XIX hanno subito continue trasformazioni.
Conservare le testimonianze è di fondamentale importanza anche per non commettere gli stessi errori occorsi in passato. Non tutti sanno che nella nostra città verso la fine degli anni 70' fù installato un inceneritore per i rifiuti, chiamato dai più "U' Bruciatore" nella frazione di Santa Lucia oggi fortunatamente non più in funzione. Sin dalla sua messa in funzione l'impianto, seminò una quantità tale di veleni, da far rabbrividire le più inquinate discariche illegali, e seppur utilizzato solo per alcuni anni , fù la causa di malattie e decessi di molti abitanti della zona. Oggi nessuno più se ne cura, e mi chiedo se un mostro del genere non debba essere bonificato per la miriade di sostanze tossiche che sono transitate al suo interno, per tutelare la salute di chi ci vive vicino.
Siamo solo all'inizio dell'inchiesta, nei prossimi giorni il reportage fotografico.
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