Sulle note di Haendel e Passacaglia.....INTERVALLO
venerdì, maggio 30, 2008
venerdì, maggio 23, 2008
La foto della Settimana - La fontana delle Conchiglie -
Dove siamo?Al primo colpo d'occhio ci verrebbe da dire.... Sicilia. Ed invece siamo ancora nella nostra splendida città, che nonostante tutto riesce sempre a regalarci nuove emozioni. Siamo a Pregiato nei giardini di Villa Agnetti, dove viene conservata questa bellissima fontana realizzata interamente con conchiglie e sassolini di mare.
lunedì, maggio 19, 2008
Reportage -Intrecci dal passato.La lavorazione della corda-
..."Una volta tutto il mondo veniva a comprare le corde a Santa Lucia"..., con questa esclamazione il sig. Lambiase mi accoglie nel suo giardino, dove all'ombra delle viti, si intreccia ancora la corda alla vecchia maniera.
Siamo a Santa Lucia, frazione di Cava de' Tirreni, qui si racconta che nel 1400-1500 si stabilì un tessitore, proveniente forse da Prato che con un aspio portato dalla sua città d’origine, cominciò a filare la canapa e a fare la corda in questa zona. Così sorse il sistema tradizionale della torcitura degli spaghi... Su di una striscia di terra di metri tre per cinquanta ogni famiglia contadina impiantò il suo “ filaturo “, consistente in due impianti sistemati ad ognuno degli estremi della striscia di terreno. In uno si faceva girare una ruota che fungeva da motrice per dei piccoli rocchetti montati su di un legno a forma di croce da cui si dipanavano per tutta la lunghezza del filatoio i capi di spago che andavano ad unirsi in un punto fisso all’altro impianto (costituito da una “caldarella “ da muratore al quale era legato un ago piegato da cui partiva l’intreccio vero e proprio). Per controllare il regolare attorcigliamento i fili di spago erano fatti passare tra i buchi di un piccolo blocco di legno chiamato “ pigna “ , questo blocco veniva fatto avanzare lentamente verso la ruota.
L'odore della canapa, il cigolio della "rota", il vorticare dei rocchetti e la minuziosa descrizione della filatura fatta dal sig. Antonio mi hanno fatto fare un viaggio nel passato davvero unico. Grazie
Siamo a Santa Lucia, frazione di Cava de' Tirreni, qui si racconta che nel 1400-1500 si stabilì un tessitore, proveniente forse da Prato che con un aspio portato dalla sua città d’origine, cominciò a filare la canapa e a fare la corda in questa zona. Così sorse il sistema tradizionale della torcitura degli spaghi... Su di una striscia di terra di metri tre per cinquanta ogni famiglia contadina impiantò il suo “ filaturo “, consistente in due impianti sistemati ad ognuno degli estremi della striscia di terreno. In uno si faceva girare una ruota che fungeva da motrice per dei piccoli rocchetti montati su di un legno a forma di croce da cui si dipanavano per tutta la lunghezza del filatoio i capi di spago che andavano ad unirsi in un punto fisso all’altro impianto (costituito da una “caldarella “ da muratore al quale era legato un ago piegato da cui partiva l’intreccio vero e proprio). Per controllare il regolare attorcigliamento i fili di spago erano fatti passare tra i buchi di un piccolo blocco di legno chiamato “ pigna “ , questo blocco veniva fatto avanzare lentamente verso la ruota.
L'odore della canapa, il cigolio della "rota", il vorticare dei rocchetti e la minuziosa descrizione della filatura fatta dal sig. Antonio mi hanno fatto fare un viaggio nel passato davvero unico. Grazie
Per accedere al reportage clicca sulle miniature:
martedì, maggio 13, 2008
evviva l'Italia evviva l'Italia......Chi fatica e chi magna
Fenomeno Fenomeno Fenomeno fenomenalla
ce sta chi zompa in aria chi va 'n galera e chi magna
evviva l'Italia evviva l'Italia
ognuno c'ha il suo compito chi zompa chi magna
evviva l'Italia evviva l'Italia
e 'a jatta mammona.
ce sta chi zompa in aria chi va 'n galera e chi magna
evviva l'Italia evviva l'Italia
ognuno c'ha il suo compito chi zompa chi magna
evviva l'Italia evviva l'Italia
e 'a jatta mammona.
lunedì, maggio 05, 2008
La foto della Settimana - In Vino Veritas -
In vino veritas: nel vino c'è la verità. O se si preferisce: sotto l'effetto del vino viene fuori la verità. Nessun'altra definizione potrà forse mai descrivere meglio cos'è il vino e qual è il rapporto che intercorre tra la bevanda e il suo bevitore. Tra il vino e l'uomo.Il vino è fin dall'antichità un simbolo di libertà o meglio di liberazione dell'uomo. Sia essa una liberazione dalle proprie regole (intendendo per regole quel complesso sistema di leggi personali e sociali che modificano il comportamento) sia essa una liberazione dallo status in cui ci si trova ad essere (solitamente una cattività, metaforicamente e non). Un simbolo tanto stretto e fortemente vincolato a tale concetto da esserne quasi sinonimo e per questo, nel mondo greco, il vino venne addirittura divinizzato nella figura di Dioniso e raffigurato con la figura del satiro (mezzo uomo e mezzo bestia). Un simbolo che è anche rito nell'atto del brindisi, prologo al bere e momento fondamentale di incontro (o simposio, dal greco sun-pino = bere insieme). Spesso incipit d'altissimi dialoghi verso la conoscenza o di terribili accadimenti epici. Si veda ad esempio il Simposio platonico dove il vino inoltra e accompagna il dialogo, l'Odissea omerica dove il brindisi apre alla morte di Polifemo e alla fuga di Ulisse (e successivamente alla strage dei proci e alla liberazione di Penelope), e ancora l'Eneide virgiliana dove il brindisi di Didone in qualche modo presagisce la tragedia futura.
Iscriviti a:
Post (Atom)