La Chiesa dell’Avvocata è ubicata sul ripiano del Monte Mirteto ai piedi del Monte Falerzio (1024 mt) a circa 900 metri sul mare, al vertice di una lunga parete rocciosa.Il lunedi dopo la Pentecoste, si festeggia la festa della madonna dell'Avvocata,
Non molti metri al disotto di essa si apre un lungo antro in cui, nel novembre del 1470, il pastore Gabriello Cinnamo, di Maiori, dopo esservi stato misteriosamente guidato da una candida colomba, ebbe, in sogno e dopo, per le sue perplessità, mentre era in piena lucidità mentale, due visioni della SS.ma Vergine. In ambedue la Madonna così si esprimeva: " Gabriele, lascia ad altri la cura delle capre; edificami in questa grotta una cappella, ed io sarò sempre la tua Avvocata". Dopo così categorico comando, Gabriele si mise all’opera. Indossò prima un rozzo saio dandosi a vita devota; poi ottenuto il permesso dall’abate di S. Maria de Olearia in Maiori, Pinto Staibano, edificò nella grotta del miracolo un altare dedicandolo alla Vergine SS.ma, sotto il titolo di Avvocata. Sparsasi intanto la notizia del prodigioso avvenimento, con il concorso del popolo si volle erigere alla sommità della rupe una chiesa con annesso campanile ed un piccolo monastero ove, dal 1508 al 1687, si radunò un gruppo di eremiti per onorare la SS.ma Vergine.
Dal 1687 poi, fino al 1807, ossia alla soppressione decretata da Giuseppe Bonaparte, il monte Avvocata fu sede di un fiorente Eremo, regolarmente eretto dai Camaldolesi di Monte Corona. Senza dubbio questo periodo, in cui tra l’altro il monastero ospitò una ricchissima biblioteca, rappresenta il secolo d’oro nella vita del Santuario, di cui ancora oggi ammiriamo le vestigia. Purtroppo, dopo la caduta di Napoleone I, i padri camaldolesi non ritornarono più nel loro antico Eremo, nonostante le ripetute ed insistenti richieste del popolo. Oggi, tanto la chiesa, che il monastero, sono sotto la giurisdizione dell’Abate ed Ordinario di Cava.
Non molti metri al disotto di essa si apre un lungo antro in cui, nel novembre del 1470, il pastore Gabriello Cinnamo, di Maiori, dopo esservi stato misteriosamente guidato da una candida colomba, ebbe, in sogno e dopo, per le sue perplessità, mentre era in piena lucidità mentale, due visioni della SS.ma Vergine. In ambedue la Madonna così si esprimeva: " Gabriele, lascia ad altri la cura delle capre; edificami in questa grotta una cappella, ed io sarò sempre la tua Avvocata". Dopo così categorico comando, Gabriele si mise all’opera. Indossò prima un rozzo saio dandosi a vita devota; poi ottenuto il permesso dall’abate di S. Maria de Olearia in Maiori, Pinto Staibano, edificò nella grotta del miracolo un altare dedicandolo alla Vergine SS.ma, sotto il titolo di Avvocata. Sparsasi intanto la notizia del prodigioso avvenimento, con il concorso del popolo si volle erigere alla sommità della rupe una chiesa con annesso campanile ed un piccolo monastero ove, dal 1508 al 1687, si radunò un gruppo di eremiti per onorare la SS.ma Vergine.
Dal 1687 poi, fino al 1807, ossia alla soppressione decretata da Giuseppe Bonaparte, il monte Avvocata fu sede di un fiorente Eremo, regolarmente eretto dai Camaldolesi di Monte Corona. Senza dubbio questo periodo, in cui tra l’altro il monastero ospitò una ricchissima biblioteca, rappresenta il secolo d’oro nella vita del Santuario, di cui ancora oggi ammiriamo le vestigia. Purtroppo, dopo la caduta di Napoleone I, i padri camaldolesi non ritornarono più nel loro antico Eremo, nonostante le ripetute ed insistenti richieste del popolo. Oggi, tanto la chiesa, che il monastero, sono sotto la giurisdizione dell’Abate ed Ordinario di Cava.
Presto le altre foto dal nostro inviato SATELLITARE
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