lunedì, maggio 19, 2008

Reportage -Intrecci dal passato.La lavorazione della corda-

..."Una volta tutto il mondo veniva a comprare le corde a Santa Lucia"..., con questa esclamazione il sig. Lambiase mi accoglie nel suo giardino, dove all'ombra delle viti, si intreccia ancora la corda alla vecchia maniera.
Siamo a Santa Lucia, frazione di Cava de' Tirreni, qui si racconta che nel 1400-1500 si stabilì un tessitore, proveniente forse da Prato che con un aspio portato dalla sua città d’origine, cominciò a filare la canapa e a fare la corda in questa zona. Così sorse il sistema tradizionale della torcitura degli spaghi... Su di una striscia di terra di metri tre per cinquanta ogni famiglia contadina impiantò il suo “ filaturo “, consistente in due impianti sistemati ad ognuno degli estremi della striscia di terreno. In uno si faceva girare una ruota che fungeva da motrice per dei piccoli rocchetti montati su di un legno a forma di croce da cui si dipanavano per tutta la lunghezza del filatoio i capi di spago che andavano ad unirsi in un punto fisso all’altro impianto (costituito da una “caldarella “ da muratore al quale era legato un ago piegato da cui partiva l’intreccio vero e proprio). Per controllare il regolare attorcigliamento i fili di spago erano fatti passare tra i buchi di un piccolo blocco di legno chiamato “ pigna “ , questo blocco veniva fatto avanzare lentamente verso la ruota.
L'odore della canapa, il cigolio della "rota", il vorticare dei rocchetti e la minuziosa descrizione della filatura fatta dal sig. Antonio mi hanno fatto fare un viaggio nel passato davvero unico. Grazie

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