sabato, luglio 22, 2006

Cava nelle notti d'estate

La nostra città proprio come noi vive ogni stagione a modo diverso , in ognuna ci presenta scenari sempre nuovi, ma sempre belli. Se in inverno la Badia è un luogo poco consigliato ai freddolosi in estate si trasforma in un' attrazione naturale, un'oasi di refrigerio e riparo dal caldo estivo; la tranquillità dell'ora tarda quando ormai tutti sono tornati a casa ci dà la possibilità di immortalare delle suggestive istantanee.





























....e per la serie amici fantasmi.....


giovedì, luglio 20, 2006

....60 ANNI DI VESPA


Erano gli anni duri della ricostruzione. La guerra aveva lasciato macerie e miseria. I magnifici aeroplani che la piaggio fabbricava prima del conflitto, non servivano più. Gli italiani avevano bisogno di muoversi, ma l'automobile costava troppo e la motocicletta non era abbastanza pratica. Fu così che, grazie al desiderio di innovazione di Enrico Piaggio, Corradino d’Ascanio, ingegnere aeronautico, "inventò" la vespa.. Fu da subito uno dei più grandi fenomeni dell’industria motoristica mondiale, che non ha eguali nel settore dei veicoli a due ruote, in assoluto rappresenta una delle più geniali intuizioni ingegneristiche della storia. La Vespa, un prodigio italiano, simbolo indelebile della motorizzazione di massa e della volontà di rinascita di un popolo. Non era né una motocicletta, né un’automobile, ma piuttosto l’una e l’altra assieme. Emblema della famiglia, del lavoro, dei primi week end fuori porta col cestino del pic nic. Immagine dell’ottimismo, timida ostentazione di benessere, testimone d’amore per intere generazioni di fidanzati.Lo scooter è un termine antico che significa monopattino. Fin dagli anni venti vi furono esempi di monopattino a motore, ma la vespa era una cosa completamente diversa. Non era nemmeno una motocicletta, perchè il conducente non si poneva a cavalcioni del telaio, ma si sedeva su di esso. Semplicità, leggerezza, funzionalità, erano le sue basi, concepite da una mente geniale, in aperta concorrenza con l’automobile.Vespa è diventata così nel mondo, sinonimo di scooter, un’automobile a due ruote, facile da guidare, più economica di un’auto e nello stesso tempo, diversa dalla classica moto, se non altro per il tipo di telaio, a carrozzeria, che permetteva la guida senza doversi necessariamente sporcare gli abiti, come sulle moto di allora.Nasce da un’azienda, la piaggio, che dopo il 2° conflitto mondiale, cercava, come altre aziende, di convertire gli impianti, per produrre qualcosa di nuovo. Prima della guerra, infatti, la Piaggio, costruiva arredamenti navali, poi materiale ferroviario, quindi aeronautico. L’azienda genovese, costruì un secondo stabilimento a Pisa, dove si producevano esclusivamente aeroplani per uso militare. A seguito degli inevitabili bombardamenti, si cercò di salvare il salvabile, trasferendo quello che rimase degli impianti, a Biella. Fu proprio in questa sede che nacque il progetto vespa, per opera del progettista Corradino D' Ascanio, che propose un veicolo a due ruote, economico e popolare, di nuova concezione. Il prototipo fu chiamato "Paperino", eravamo nel 1944 e solo dopo due anni di prove, cominciò la produzione ufficiale del nuovo scooter, che prese il nome di Vespa.

Il resto della storia è non ha bisogno di essere raccontato, perchè lo abbiamo ancora oggi sotto i nostri occhi e nel nostro cuore...

Sono passati ormai 60 anni da quando la prima Vespa varcò la soglia di uscita dello stabilimento di Pontedera e da allora la Vespa fà storia. Ogni giorno ne vediamo a centinaia passarne , se siamo fortunati ne guidiamo una.Non lasciamola arrugginire nella cantina, fatela uscire; guarderà a testa alta quei frullatori di plastica che chiamano scooter con la sua imponenza , la sua non curanza del tempo.

CELEBRIAMO UN PEZZO IMPORTANTE DELLA NOSTRA ITALIANITA'

venerdì, luglio 14, 2006

Miglioriamo CAVA. Vai con il sondaggio

VOTATE!!News di servizio: Nella video gallery ho inserito il nuovo file della festa mondiale a Cava, è un pò grande però la qualità è nettamente migliore.


mercoledì, luglio 12, 2006

E' nato il logo di cavaisthecity




















A distanza di circa 4 mesi dal primo post nasce oggi il logo di cavaisthecity; questo evento non capita a caso ma in un momento in cui il blog sembra rinascere, infatti solo poche settimane fà i visitatori erano calati vertiginosamente e si prospettava una chiusura di Cavaisthecity,poi grazie a voi, miei visitatori le visite sono aumentate giorno dopo giorno. Il logo è formato da un girasole nel cui centro sono raffigurate delle icone della nostra città , i portici , la Cavese , lo stemma comunale , e le torri.La scelta del girasole, perchè?E' un fiore dalle origini antiche elogiato da innumerevoli poeti e scrittori, è tema ricorrente nelle opere di Van Gogh e di altri famosissimi pittori; caratteristiche che rispecchiano la nostra città presente in poesie , racconti e quadri sparsi in tutto il mondo, ed inoltre il girasole comunica l'allegria e l'orgoglio del nostro popolo. Nelle immagini dei portici, delle torri, del nostro stemma e della nostra Cavese è racchiusa la nostra storia, ed ogni cavese deve essere fiero di esserlo e deve preservare questi simboli per salvaguardare le proprie radici.

lunedì, luglio 10, 2006

domenica, luglio 09, 2006

FORZA RAGAZZI


Ci siamo, mancano pochi minuti al fischio d'inizio, l'entusiasmo è alle stelle.





FORZA RAGAZZI

FORZA ITALIA
F
ORZA ITALIA

FORZA ITALIA

Ed infine il 1982, di nuovo campioni del mondo


Quel triplice «Campioni del mondo!» suggella un mese che non fu solo calcio, ma Storia. Perché la vittoria italiana nel mondiale di Spagna segna una parentesi di gioia pura e tersa in un anno, il 1982, horribilis sia da noi che nel resto del pianeta. I milioni di persone in festa nelle piazze di tutta Italia - bagni nelle fontane, cortei spontanei a bloccare il traffico, clacson afoni per il troppo suonare - liberano una felicità repressa sotto la cappa del piombo che da quindici anni segna la vita del Paese.
Anche la Spagna vuole liberarsi da una cappa, quella del franchismo. Il caudillo è morto da 7 anni, ora alla guida della nazione c'è Juan Carlos di Borbone e l'obiettivo è imboccare la strada del progresso e della democrazia. Il torneo è al contempo occasione e vetrina. Le «furie rosse» (cioè la nazionale spagnola), innervate di giocatori provenienti da «squadrette» come Real Madrid e Barcellona, puntano alla vittoria. Ma non andranno oltre il secondo girone, fermandosi alla soglia delle semifinali.

A segnare quel mondiale sono altri nomi. Sotto il profilo del gioco, è una delle edizioni migliori. Basta scorrere alcuni dei nomi di chi va in campo: Maradona (Argentina); Zico, Falçao, Socrates, Junior (Brasile); Rummenigge, Briegel, Müller (Germania Ovest); Platini (Francia); Boniek (Polonia); Prohaska, Schakner (Austria). Non sono nomi fatti a caso. Ciascuno di loro giocherà poi nel campionato italiano, che proprio dall'82, con l'arrivo di molti degli stranieri visti all'opera in Spagna, diventerà il torneo «più bello del mondo».

La grande favorita è il Brasile. Vince tutte le partite del suo girone battendo Urss, Scozia e Nuova Zelanda. Segna 8 gol e se subisce solo due. Gioca danzando samba. Arriva al secondo girone e ha davanti l'Argentina di Maradona, in ripresa dopo la sconfitta nella partita iniziale contro il Belgio, e la pallidissima Italia di Enzo Bearzot.

Il primo girone, per gli azzurri, è da dimenticare: tre pareggi, con Polonia, Perù e Camerun. Per quest'ultimo si avanzano ipotesi di combine. La nazionale è inguardabile. Paolo Rossi, la promessa dei mondiali argentini, è un fantasma. I giornalisti si scatenano, e tra i loro pezzi serpeggia l'idea di un'amicizia molto profonda tra Cabrini e quello che diventerà poi Pablito. I giocatori entrano in silenzio stampa. Giusto per dare la misura della situazione: un giorno, a Vigo (sede delle prime tre partite), Marco Tardelli entra in un bar e vi incontra il principe delle penne di sport, Gianni Brera. Il suo commento è: «Che puzza di m...».

Tutto cambia quando l'Italia comincia il secondo girone. Il pronostico la dà per spacciata. Pure, batte 2-1 l'Argentina. Poi, il 5 luglio, affronta al Sarrià di Barcellona il Brasile, comincia la leggenda che tutti sanno. Tripletta di Rossi, Zoff che para sulla linea un colpo di testa all'ultimo minuto. 3-2, Brasile a casa e Italia campione del mondo.
Non è un errore. L'Italia i mondiali li vince quel giorno. Aver battuto i favoriti dà la certezza a tutti che la strada è spianata, che non ci sarà Polonia (semifinale) o Germania Ovest (finale) che tenga. Paolo Rossi si scatena: doppietta contro Boniek e compagni, e primo gol in finale. Sarà capocannoniere del torneo con 6 reti, e alla fine dell'anno si meriterà il Pallone d'Oro.L'11 luglio 1982, battendo 3-1 i tedeschi occidentali siamo campioni del mondo. Il paese scende in piazza. Ogni frammento di quella finale è storia. Tra tutti, l'urlo di Tardelli dopo il suo meraviglioso gol ai tedeschi. A me piace ricordarne due: Pertini che, al terzo gol, si gira verso la tribuna d'onore e dice «non ci prendono più»; Mick Jagger che a Torino, davanti ad 80mila spettatori assiepati al Comunale per il concerto dei Rolling Stones, sale sul palco con la maglietta dell'Italia.

sabato, luglio 08, 2006

Storia dei modiali-FRANCIA 1938


Di nuovo Vittorio Pozzo, di nuovo Italia. A Parigi, Stade Olympique de Colombes, gli azzurri battono 4-2 la fortissima Ungheria e salgono sul tetto del mondo per il secondo anno consecutivo. Il valore della nazionale è dunque un dato oggettivo, confermato dall'oro olimpico guadagnato a Berlino nel 1936. Sparisce, insomma, ogni dubbio sulla vittoria nella precedente edizione (giocata in casa e sotto un regime).In finale vanno due delle quattro formazioni che fanno la storia del calcio di quegli anni. Le altre sono l'Austria di Matias Sindelar e la Spagna di Ricardo Zamora. Che però in Francia non ci sono.La Storia sta infatti allungando le sue ombre sui destini del mondo. Dal 1936, la Spagna è tagliata in due dalla Guerra Civile, e l'idea di formare una nazionale per i mondiali del 1938 è semplicemente impraticabile. Il pubblico del calcio perde dunque l'occasione per godere di nuovo - l'ha fatto nel 1934 - delle prodezze di Ricardo Zamora, una leggenda tra i pali. Zamora, per dirla in due parole, è quello che ha inventato il ruolo del portiere moderno, che smette di essere soltanto quello meno capace di usare i piedi per diventare un giocatore con caratteristiche e attitudini ben definite.Altra stella che manca all'appello è Sindelar, che gli austriaci chiamano Papierene (cartavelina). E' magro e minuto, ma inventa calcio con la genialità di un Amadeus (altro soprannome: il Mozart del pallone). Non c'è perché nel 1938 sparisce l'Austria. Non la nazionale: l'intera nazione. E' quello, infatti, l'anno dell'anschluss, l'annessione del Paese alla Germania nazista. Che, non paga della politica, prende sette giocatori della nazionale austriaca e li arruola in quella tedesca. Chi non l'avrebbe fatto, dopotutto? L'Austria di allora è il Wunderteam del momento, gioca il calcio migliore. Peccato che Sindelar si rifiuti di far parte della squadra del Terzo Reich, alla quale l'innesto austriaco porta ben poco giovamento. Nella partita inaugurale del torneo, contro la Svizzera, i tedeschi pareggiano 1-1 dopo i supplementari. Allora i rigori non esistevano, e si ripeteva la partita. Cinque giorni dopo, è 4-2 per gli elvetici. Tedeschi a casa.I mondiali di Francia si giocano dal 4 al 19 giugno. Da ricordare che tra gli azzurri c'e ancora Peppino Meazza, ma che accanto a lui gioca un certo Silvio Piola. Compare così una categoria che segnerà la semantica calcistica italiana, quella della coppia d'attacco. Tra tutte, menzione d'onore per una tra le più longeve: i gemelli del gol della Sampdoria, Vialli-Mancini.

OTTAVI DI FINALE

05/06/1938 ITALIA - NORVEGIA 2 - 1 dts
2’ Ferraris II (I), 83’ Brustad (N),
94’ Piola (I)

QUARTI DI FINALE

12/06/1938 ITALIA - FRANCIA 3 - 1
9’ Colaussi (I), 10’ Heisserer (F),
52’ e 72’ Piola (I)

SEMIFINALI

16/06/1938 ITALIA - BRASILE 2 - 1
55’ Colaussi (I), 60’ Meazza (I) rig., Romeu (B)
Finalissima
19 / 06 / 1938
I
TALIA - UNGHERIA 4 - 2

ITALIA:
Olivieri; Foni, Rava, Serantoni, Andreolo, Locatelli, Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colaussi
Allenatore: Pozzo




UNGHERIA:
Szabo; Polger, Biro, Szalay, Szucs, Lazar; Sas, Vincze, Sarosi, Szengeller, Titkos
Allenatore:
Schaffer

Reti:
6' Colaussi (ITA), 8' Titkos (UNG), 16' Piola (ITA),
35' Colaussi (ITA), 70' Sarosi (UNG), 82' Piola (ITA)

Arbitro: Capdeville (Francia)


Stade Olympique de Colombes, Parigi

Spettatori: 60.000

Campione del mondo: ITALIA

giovedì, luglio 06, 2006

Storia dei mondiali-Le vittorie dell'Italia 1934


Con questo ciclo di 3 puntate vi racconterò un pò la storia dei mondiali vinti dalla nostra nazionale partendo dalla prima vittoria nella seconda edizione si giocatasi in Italia.
Siamo nel 1934, in pieno regime fascista. Si sa che il totalitarismo ama le masse, e i mondiali di quattro anni prima hanno dimostrato quanto le folle amino il football. Mussolini lo intuisce, e in piena logica da «panem et circenses» - a lui cara, visto quanto pregno di Roma e di Impero è il suo ideale di governo - vara una serie di riforme che portano il calcio ad essere lo sport nazionale.
Dal 1929, infatti, vige in Italia il campionato a girone unico (prima ci si affrontata in scontri diretti, con tanto di finale scudetto). E sempre dal 1929 si cominciano a costruire quegli stadi che, almeno fino al 1990 (anno dell'altro mondiale italiano, di cui diremo), tuttora frequentiamo. Si tratta di San Siro (Milano), che nasce grazie al mecenatismo di Piero Pirelli; del Comunale di Firenze, progettato da Pierluigi Nervi; dello stadio del Partito Nazionale Fascista, poi ribattezzato Flaminio, di Roma; di quelli di Torino, Bologna, Napoli e Genova. Degli stadi, insomma, in cui si giocheranno i mondiali, fortemente voluti dal regime per dare all'Italia una vetrina internazionaleDai francobolli ai pacchetti di sigarette, tutto in Italia parla di calcio a ridosso dell'evento. Che viene supportato in ogni modo: sgravi fiscali per gli investimenti dedicati (un anticipo di quelle defiscalizzazioni di cui si parla tanto quando si tratta l'argomento del sostegno economico alla cultura), lotterie, comunicazione.
Su quest'ultimo punto, si sperimenta con successo la forza della radio. L'Eiar (ente radiofonico nazionale) copre l'evento con radiocronache in quattro lingue e trasmissioni in nove paesi. Anche qui, un assaggio del villaggio globale che caratterizza oggi i mondiali mediatici.Il Mondiale si gioca dal 27 maggio al 10 giugno. Si riconferma la regola di 4 anni prima: il Paese che ospita, vince. L'Italia, guidata dal commissario tecnico Vittorio Pozzo, è campione del mondo. La finale si gioca a Roma: Italia-Cecoslovacchia 2-1 (ai supplementari). Tra gli azzurri gioca un certo Giuseppe Meazza.



Il cammino della nazionale

Ottavi

27/05/1934 ITALIA - STATI UNITI 7 - 1
18’ Schiavio (I), 20’ Orsi (I), 29’ Schiavio(I), 57’ Donelli (S), 63’ Ferrari (I),
64’ Schiavio (I), 69’ Orsi (I), 90’ Meazza (I)

Quarti

31/05/1934 ITALIA - SPAGNA 1 - 1 dts
29’ Regueiro (S), 44’ Ferrari (I)

01/06/1934 ITALIA - SPAGNA 1 - 0 rip
11’ Meazza

Semifinale

03/06/1934 ITALIA – AUSTRIA 1 - 0
21’ Guaita



10 / 06 / 1934 FINALE

ITALIA - CECOSLOVACCHIA 2 -1 dts

ITALIA: Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferraris IV, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi

Allenatore: Pozzo

CECOSLOVACCHIA:
Planicka, Zenisek, Ctyroki, Kostalek, Cambal, Krcil, Junek, Svoboda, Sobotka, Nejedly, Puc
Allenatore: Petru

Reti: 71' Puc (CEC), 81' Orsi (ITA), 95' Schiavio (ITA)

Arbitro: Eklind (Svezia)

Stadio del Partito Nazionale Fascista, Roma

Spettatori: 45.000

Campione del mondo: ITALIA

mercoledì, luglio 05, 2006

FIERI DI ESSERE ITALIANI















Vi abbiamo fatto divertire fino ai supplementari per non farvi fare una brutta figura davanti ai vostri simili krukki poi due gol negli ultimi due minuti dei tempi supplementari segnati da Fabio Grosso e Alessandro del Piero vi hanno elimanato dal Mondiale e hanno spinto in finale l'Italia, detto tra noi "vemm schiattat a cap".

FORZA AZZURRI METTIAMO LA QUARTA STELLA SULLA MAGLIA

lunedì, luglio 03, 2006

JUMP AND SHAKE THE WORLD


Ricordate qualche mese fà la pubblicità della SWATCH, in cui persone di tutto il mondo si preparavano per cimentarsi in un salto collettivo al fine di scuotere il nostro pianeta, e l'unico effetto era quello di rompere le "sfere" ad un povero asiatico nel suo giardino zen ,bene ; il mega salto che vedrà verosimilmente impegnate 600.000.000 di persone si terrà veramente il 20 luglio 2006 alle 12:39:13(ora Italiana). Secondo alcuni studiosi l'impatto sarà tale da modificare l'orbita terrestre il che apporterà benefici apprezzabili sul clima(ho i miei dubbi). Se volete ulteriori informazioni vi invito a visitare il sito :
http://www.worldjumpday.org/
In una sezione vi vorranno rifilare le t-shirt celebrative del jump day. Sarà tutta una trovata pubblicitaria??